In questa guida spieghiamo come appendere i quadri.
Vediamo ora come è possibile vincere la secolare battaglia tra l’uomo e il muro evitando di ammaccarsi le dita o di scheggiare l’intonaco in modo ignomignoso. L’intonaco delle pareti è costituito da malta solidificata. Questa, a sua volta, può essere fatta con un impasto di sabbia, calce e acqua oppure da sabbia, cemento e acqua, oppure infine, da calce, cemento, sabbia e acqua mescolati insieme. Alle tre soluzioni corrispondono diverse consistenze degli intonaci con maggiore o minore resistenza agli agenti esterni e con differenti porosità e coefficienti di flessibilità. L’intonaco poi è steso sulle pareti di mattoni (pieni o forati) e le pareti possono essere le sottilissime tramezze che dividono i locali, oppure robusti e spessi muri maestri. La consistenza degli intonaci e la struttura delle pareti condizionano la penetrazione dei chiodi nel muro. I chiodi devono essere di acciaio dato che devono vincere una grossa resistenza alla perforazione senza deformarsi.
Contrariamente però a quanto comunemente si crede, aumentando la resistenza dell’intonaco e diminuendo la « flessibilità » della parete è necessario usare chiodi di maggior diametro. Un chiodino a spillo di acciaio che penetra agevolmente in un robusto muro maestro rivestito di intonaco di malta, si rifiuta di entrare in una sottile parete divisoria rivestita di intonaco fatto con malta cementizia. In questo secondo caso, infatti, l’intonaco offre di per sé una maggiore resistenza alla penetrazione, la parete non offre, d’altra parte, una solida battuta e, sotto i colpi del martello, si buca. Il sottile chiodino di acciaio, in queste condizioni e sotto le sollecitazioni del martello, tende a flettersi elasticamente ad ogni colpo e questa flessione provoca la scheggiatura dell’intonaco. È necessario usare chiodi di acciaio più grossi. Segnare con precisione il punto in cui si vuole venga a trovarsi il triangolino d’ottone del quadro. Puntare la punta del chiodo un paio di millimetri sopra al segno, leggermente rivolta in basso. Si picchi poi con moderazione col martello facendo in modo che quest’ultimo colpisca il chiodo esattamente con la direzione nella quale lo si vuol fare penetrare nel muro.
I quadri potranno essere appesi con o senza i tradizionali ganci di ottone.
Quando si usano i ganci è necessario infilare il chiodo nel gancio e tenere quest’ultimo staccato dal muro almeno durante la prima fase di penetrazione del chiodo. Se si teme di pestarsi le dita col martello si può usare un semplice stratagemma. Si prende un listellino di legno con uno spessore di circa un centimetro e vi si praticano alcuni fori di diametro diverso attraverso i quali possono passare con la testa i vari tipi di chiodi usati. Una delle facce forate verrà smussata con della carta vetrata in modo che i fori siano già disposti con l’inclinazione voluta. Sulla faccia opposta si fissa con del mastice una strisciolina di gomma schiuma sintetica spessa 3-5 mm. il listello si usa nel seguente modo. Si trova il foro adatto al chiodo usato, che verrà infilato dal lato della gomma schiuma, si accosta la punta al segno e si posa il listello al muro disponendolo in senso orizzontale. Non resta ora che battere col martello come visto in precedenza. Quando il chiodo è piantato si staccherà il listello forzando la testa del chiodo attraverso la gomma schiuma.
Se il quadro da sostenere è molto pesante o se il muro è particolarmente tenace si potrà ricorrere a chiodi a sezione quadrata con gancio oppure ai tasselli ad espansione. Per limitare al massimo il rischio di danneggiare l’intonaco si consiglia, in ogni caso, di praticare un primo foro guida nel muro con una punta da 4 mm. Se il quadro è piccolo si useranno tasselli in plastica da 4 mm con gancetti ad L a vite, se invece il quadro è molto pesante si dovranno usare tasselli da 6, 8 o anche 12 mm di diametro. Se il foro va realizzato su di una parete rivestita di carta o di tessuto, si suggerisce di tagliar via il pezzettino di rivestimento nel punto su cui agirà la punta per evitare che questa possa provocare strappi. Per evitare poi di sporcare la tappezzeria con la polvere di intonaco e di mattone, si fisserà al muro, subito sotto al foro, una striscia di carta larga una trentina di centimetri. La carta va fissata con nastro adesivo di carta, poco tenace. Forato il muro si staccherà la carta e si spolvererà con una spazzola la tappezzeria.
Nel caso si voglia appendere un quadro di grandi dimensioni e quindi di peso considerevole ad una parete con intonaco non troppo consistente può essere necessario distribuire il peso non solo sui due ganci superiori, ma anche su altri due o più supporti inferiori. In questo caso, fissati i tasselli superiori, vi si aggancia il quadro e, senza abbandonare completamente il peso al loro sostegno, si posa il quadro alla parete e si segna su questa a matita la linea in cui arriva la cornice inferiore. Staccato di nuovo il quadro dal muro, lungo la linea si fissano o altri tasselli a gancio oppure delle staffe metalliche disposte come in figura 3. Nel caso si usassero i tasselli a gancio, questi dovranno essere scelti in modo che il gancio possa adattarsi al bordo della cornice. Mentre si appende il quadro ai ganci superiori quelli inferiori verranno ruotati orizzontalmente. Non appena il quadro aderisce alla parete, si ruoteranno i ganci inferiori in posizione verticale.
Se si vuole che un quadro risulti leggermente inclinato in fuori in modo da poter essere osservato bene anche se alto o male illuminato, non si useranno i triangolini di ottone per appenderlo. Sul lato posteriore della cornice si dovranno fissare due piccoli occhielli a vite posti a circa un terzo dell’altezza della cornice verso l’alto. Ai due occhielli verrà annodato dello spago resistente lungo quanto basta, perchè presto al centro sporga di un centimetro dal lato superiore della cornice.
Di tanto in tanto sarà bene verificare che il cordino non sia stato rovinato dall’umidità o dalla ruggine.
Un problema, infine, connesso con i quadri è quello di togliere i chiodi piantati nel muro quando si vuole cambiare disposizione ai dipinti. Se il lavoro viene fatto in modo malaccorto, molto spesso sarà necessario appendere i quadri in modo da nascondere i danni prodotti. Il chiodo nell’intonaco tende ad arrugginire e la ruggine lo ingrossa e lo fissa all’intonaco. Per toglierlo senza danno afferrare il chiodo con una pinza e senza fletterlo e senza tentare di estrarlo farlo ruotare un po’ su se stesso. Non appena si nota che il chiodo si è liberato dall’intonaco lo si estrarrà con dolcezza tirandolo adagio lungo il proprio asse.