Sono tende che più di San Marco o del Palazzo Ducale hanno forse diffuso in giro per il mondo, a torto o a ragione, il nome di Venezia. Rappresentano il trionfo della plastica nel mondo delle tende, tant’è che da quando le sottili lamelle provengono da uno stampo a caldo anziché essere di alluminio o di sottili strisce d’acciaio, la loro diffusione ha raggiunto vertici imprevisti.
Le tende veneziane rispondono a uno schema di base che, attraverso gli anni, ha subito pochissime variazioni, tranne i miglioramenti strettamente collegati all’uso di materiali più duttili. Sono costituite da una serie di lamine larghe in genere fra 3 e 5 cm, distanti pochi centimetri l’una dall’altra, appoggiate alle due estremità a una specie di « scaletta » fatta di fune intrecciata che. opportunamente comandata, fa variare l’inclinazione delle lamine e quindi il passaggio
o meno di luce. Un altro sistema di blocccaggio consente di sollevare la tenda completamente o in parte, e di bloccarla nella posizione voluta.
Indice
Vari tipi
Il tipo più diffuso di tenda veneziana è quello che potremmo definire « mobile ». Consiste in una struttura appesa al membro superiore. il quale è a sua volta fissato davanti alla porta o alla finestra da mascherare, per mezzo di ganci o di altri sistemi del genere. Per il suo fissaggio, quindi, valgono le indicazioni tante volte fornite su come fissare e appendere un oggetto alla parete.
Se si vuole rendere la tenda veneziana veramente « mobile », è sufficiente dotarne il membro superiore di anelli che saranno poi fissati a ganci: in questo modo sarà possibile toglierli non appena è necessario. Tale caratteristica diventa particolarmente utile quando si vuole pulire la tenda, che è una delle più… appassionate raccoglitrici di polvere. Quanta è la facilità con cui accumula sporcizia, tuttavia, tanta è la rapidità con cui la si può eliminare: basta strofinare un panno umido, o un poco insaponato, sulle lamine di plastica, e queste ridiventeranno risplendenti. Occorre però una pulizia periodica altrimenti, a lungo andare, le la mine saranno impregnate dalla polvere e perderanno completamente la loro lucentezza. Occorre osservare, a questo punto, che le tende veneziane richiedono, sotto la voce « manutenzione », soltanto un po’ di pulizia, ma nessuna lubrificazione. La pulizia é particolarmente importante nei punti di scorrimento delle corde, soprattutto all’interno del membro superiore, dove ci sono i supporti del comando d’inclinazione delle lamine e del comando di sollevamento e abbassamento della tenda stessa. È bene, periodicamente, staccare la tenda, e togliere il coperchio al membro superiore, sempre però che questo coperchio esista; questa osservazione è dettata dal fatto che molte tende veneziane non hanno quel coperchio, il che rappresenta un vantaggio dal punto di vista della manutenzione, ma un grave svantaggio dal punto di vista della pulizia.
Abbiamo finora parlato di veneziane « mobili », che sono le più comuni; esistono però anche altri tipi di veneziana: quelle semi-mobili, per esempio, che sono montate su un telaio (in genere di metallo) che facilita la rimozione quando si tratta di pulire o riparare la tenda. Molto diffuso, da qualche anno, un altro tipo di veneziana, quello montato « dentro » le finestre, fra due strati di vetro. È, in teoria, inaccessibile alla polvere. D’accordo, ci vorranno anni anziché settimane, ma alla fine anche questo tipo di veneziana si sporca; e quando, per qualsiasi motivo, la tenda cessa di funzionare a dovere, la riparazione diventa particolarmente complicata, in quanto costringe anzitutto allo smontaggio dell’intera finestra, e, lo testimonierà qualsiasi bricoleur che abbia tentato di affrontare questa impresa, non è cosa facile.
Qualunque sia l’aspetto esterno della « buccia » della tenda veneziana, il funzionamento è sempre lo stesso; ed è curioso osservare che neppure gli sforzi competitivi delle più grandi industrie sono riuscite a differenziare granché questo prodotto. Ne risulterà così che le veneziane fatte in Italia, in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Francia, in Giappone sono tutte più o meno identiche, e non variano i congegni di comando.
Qui e nelle pagine seguenti affronteremo quindi le varie operazioni che la tenda veneziana può richiedere, e che sono sicuramente alla portata anche dei più modesto bricoleur. Si tratta, soprattutto, di sapere affrontare queste operazioni con tanta pazienza, e di non lasciarsi scoraggiare se, per un qualche nostro errore, ci si trova immersi in un intrico di cordicelle da cui può poi sembrare impossibile uscire. Si tratta, insomma, di seguire attentamente una serie di regole, in definitiva però molto semplici.
Prima però di passare alle varie operazioni che si possono eseguire su questo tipo di tenda si ricorda una regola generale da seguire quando si progetta la loro installazione soprattutto per potersi difendere dal caldo.
È tendenza comune montare la tenda veneziana all’interno della finestra per preservarla dagli agenti atmosferici primo fra tutti il vento che le fa vibrare e fischiare. In questo modo però l’azione protettiva dai raggi solari è del tutto fittizia. Il calore attraversa i vetri e viene arrestato dalle tende, ma dato che queste sono all’interno e diventano a loro volta tonte di calore, il risultato è nullo.
Pulitura e sostituzione delle lamine
Si tratta di due operazioni indispensabili per la buona manutenzione delle veneziane (figg. 1 e 2). Le lamine devono essere smontate quando la polvere accumulata impedisce una buona pulitura in posizione. Dopo averle sfilate e attentamente pulite, esaminarle con estrema attenzione: se qualcuna dovesse essere storta, sostituirla senza rimpianti; la sua irregolarità, infatti, potrebbe in seguito impedire il corretto funzionamento di tutte le altre lamine. Se una di queste dovesse essere non solo storta, ma addirittura rotta, non ci deve essere alcun dubbio sulla necessità di sostituirla.
Dal membro inferiore della tenda, che è più spesso delle lamine intermedie, estrarre i due coperchietti laterali che possono essere infilati a pressione o, in taluni casi, bloccati con due viti. Se, dopo qualche tempo, fossero bloccati o non scivolassero, intervenire con un cacciavite, ma agendo con estrema delicatezza per non danneggiare né i coperchi né il membro. Una volta aperto, si osserverà che alla sua base poggia una lamina, del tutto simile alle altre che compongono la tenda. Estrarla attentamente, facendo attenzione a non romperla. Si osserverà, guardando da sotto il membro inferiore cosi scomposto, che alle due estremità ci sono due gruppi di tre nodi; disfare, dei tre, quello centrale che corrisponde alla corda con cui la tenda viene alzata e abbassata. Ripetere l’operazione dall’altra parte. È importantissimo che non si disfino gli altri due nodi situati ad ogni lato, che sono quelli della « scaletta con cui viene comandata l’inclinazione delle lamine. Sfilare, facendole passare attraverso le sedi di ogni lamina, le due corde appena slegate.
Le lamine, a questo punto, sono semplicemente appoggiate sulle « scalette ». Non sarà un problema, quindi, sfilarle delicatamente. Si consiglia di non agire su una sola per volta, ma di prenderne contemporaneamente cinque o sei, bloccandole con una mano al centro e sfilandole poi tutte insieme: questo per evitare il pericolo di danneggiare le lamine. Dopo averle attentamente pulite e dopo avere sostituito quelle che fossero troppo gravemente danneggiate (storte o rotte), devono essere rimesse in posizione, una per volta, con estrema delicatezza. Rimettere la corda che era stata sfilata nelle relative sedi. Assicurarsi, nell’eseguire l’operazione, che questa corda passi, rispetto ai « gradini » della « scaletta », prima da una parte, poi dall’altra, e cosi via fino in fondo. Quindi infilare l’estremità della corda nel membro inferiore, annodare, reinserire la lamina di fondo, applicare i coperchietti laterali. L’operazione è così completata.
I meccanismi
In pratica i meccanismi che servono al funzionamento della tenda veneziana sono due, e sono entrambi collocati nel membro superiore. Dall’alto, letteralmente « tirano i fili » e dirigono la tenda (sono entrambi indicati in figura 3). Uno è un meccanismo a resistenza costituito da una rotella, che comanda l’inclinazione delle lamine. Agisce per mezzo di tiranti sulle « scalette » a cui sono appoggiate le singole lamine, ed è a sua volta comandata per mezzo di una cordicella che pende all’esterno della tenda e può essere facilmente sostituita (fig. 4). Basta misurare il centro della nuova cordicella, farla girare attorno alla ruotina di bloccaggio e far poi passare le sue estremità sotto gli appositi solchi predisposti nella base. È un’operazione semplicissima, l’unica difficoltà sta nel fatto che non è facile lavorare in punta di dita nello spazio ristretto del membro superiore. Per completare l’opera è sufficiente annodare le estremità della cordicella negli appositi pomelli (in genere di plastica).
L’altro comando, quello che governa il sollevamento e l’abbassamento della tenda, è in genere situato sulla destra della veneziana per chi la guarda in posizione. Se il meccanismo dovesse bloccarsi, la causa può essere una sola: una delle cordicelle (o entrambe) che passa nel meccanismo deve essere caduta a lato. Basta rimetterla a posto con una serie di movimenti della corda o, in caso estremo, operando direttamente dentro il membro superiore della tenda.
Come si sostituisce la cordicella difettosa
L’unica cordicella che può guastarsi è quella che governa il sollevamento e l’abbassamento della tenda. A seconda che il suo deterioramento sia affrontato in tempo, o che invece si giunga a una rottura della cordicella, ci sono due sistemi di riparazione. Affrontiamo, in questo capitoletto, quello relativo alla cordicella che minaccia di rompersi.
La sua sostituzione, insegna l’esperienza, è qualcosa di piuttosto facile, anche se la descrizione delle varie fasi del lavoro è abbastanza lunga. Il grosso vantaggio, in questo caso, è che non è necessario smontare tutta la tenda, né occorre tirarla giù dalla sua posizione. Gli unici materiali richiesti sono una cordicella nuova e un pezzo di nastro adesivo; l’unico strumento un paio di forbici. Il primo passo consiste nello sfilare la cordicella di comando (fig. 4), che forma un giro a U, dalla piccola fibbia di plastica o di metallo che blocca le due parti in una posizione fissa. Basta, per eseguire questa operazione, sfilare la cordicella centimetro per centimetro attraverso la fibbia. La seconda operazione consiste nel tagliare la cordicella (fig. 6), servendosi delle forbici, a circa 15-20 cm dall’estremità dell’anello formato dall’unione delle due corde. Sono, finora, operazioni semplicissime. Dopo avere agito di forbici, ci si trova di fronte a due estremità di cordicella, che rimangono penzoloni e apparentemente senza possibilità di rinascita. Si butta via il pezzo (30-40 cm) che formava l’anello. Si prende la cordicella nuova, assicurandosi che sia esattamente dello stesso diametro di quella precedente (più piccola potrebbe impedire il corretto funzionamento dei meccanismi, più grossa potrebbe non scorrere abbastanza facilmente). Appoggiare su un tavolino o comunque su un ripiano (che potrebbe essere lo stesso davanzale della finestra) le estremità della nuova cordicella a quelle della cordicella vecchia, nel punto in cui questa è stata tagliata. Con due pezzi di nastro adesivo provvedere quindi ad un collegamento abbastanza robusto, tale insomma da resistere ad una leggera trazione.
Predisporre quindi la struttura della tenda al cambiamento di cordicella. Dal membro inferiore della tenda sfilare i due coperchietti laterali e quindi la lamina in esso contenuta. Nella parte inferiore del membro sarà possibile vedere, come già avevamo visto a proposito dello smontaggio per la pulizia, la serie di nodi con cui le cordicelle vengono fissate al membro stesso. Sbloccare il comando che regola l’abbassamento della tenda, quindi prendere la cordicella centrale (lasciando cioè attentamente da parte quella delle ci scalette ») e tirare delicatamente. Proseguire con questa trazione, sempre delicata, stando bene attenti a non forzare la situazione qualora la nuova cordicella dovesse trovare un intoppo nel suo movimento.
Questo non significa, tuttavia, che la nuova cordicella debba essere « spinta » dentro la tenda in ogni modo; anzi, deve essere tenuta in relativa tensione (ma non troppa, s’intende, e comunque non tale da fare staccare il nastro adesivo che unisce le due cordicelle, la vecchia e la nuova): questo si può fare tirando la cordicella da sotto con una mano, e tendendo la cordicella nuova con l’altra. Quando la giuntura ottenuta con la carta adesiva è passata anche nell’ultimo foro, quello del membro inferiore, si può attentamente staccare, quindi fare un nodo che impedisca alla nuova cordicella di sfilarsi dalla posizione.
Ripetere l’operazione, ovviamente, anche dall’altra parte.
Fare quindi le « prove generali », facendo scorrere la tenda in su e in giù alcune volte, fino a quando si è sicuri che la nuova cordicella scorra nel modo corretto. Successivamente tirare prima l’una, poi l’altra parte della cordicella fino ad assicurarsi che la veneziana sia perfettamente livellata, cioè che una parte non penda rispetto all’altra. Trovato il punto ottimale, è sufficiente fissare con le dita il punto preciso di affiancamento dei due capi della cordicella da cui si ottiene l’equilibrio. Quindi si prende la fibbia che era stata scartata nella prima operazione e si infila il giro ricurvo della cordicella nuova nelle apposite sedi, fino a garantire con questo piccolo accessorio meccanico l’equilibrio trovato poco prima
e fissato dalla pressione delle dita.
L’operazione, a questo punto, può considerarsi completata. Un’ultima osservazione: se, durante il montaggio della nuova cordicella, si osserva che questa è eccessivamente più lunga di quella precedente, nessuna paura prima di annodare le due estremità della cordicella nuova al membro inferiore, continuare a tirare i due capi fino a quando il giro esterno è ridotto alle dimensioni presenti in precedenza; a questo punto basta tagliare un poco le due estremità della cordicella, praticare i nodi come si è visto, e completare l’operazione senza alcuna difficoltà.
L’operazione finale, a sostituzione ultimata, consiste nel ricollocare la lamina nel membro inferiore, quindi i due coperchi laterali,
La cordicella rotta
Esaminiamo qui il caso cui si accennava prima: che la tenda non sia stata sottoposta in tempo alle cure necessarie, e che occorra quindi un intervento più drastico per rimetterla in buone condizioni. In altre parole, parlando di tende veneziane, che lo sfibrarsi e il deterioramento delle cordicelle non sia stato curato in tempo e queste si siano rotte, rendendo necessaria una sostituzione in circostanze molto meno favorevoli. Ovvio, nessuno deve farsene un cruccio se un incidente del genere avviene: la colpa non è necessariamente sua né della sua sbadataggine; può infatti accadere semplicemente che la cordicella si deteriori in un punto poco visibile, magari nel membro superiore. Certo è che se tutte le parti fossero state tenute pulite e controllate periodicamente, anche quel guasto non sarebbe venuto tanto improvviso; ma ora è tardi: la veneziana pende miseramente da una parte, mezza aperta e mezza chiusa; anche il bricoleur più incallito deve sentirsi abbastanza demoralizzato di fronte a una scena del genere. Ma la soluzione c’è.
Se la corda è rotta occorre avere accesso al membro superiore, e in particolare al meccanismo di abbassamento della tenda. Ciò può richiedere uno spazio che al momento non c’è, quindi è opportuno sganciare la veneziana dai supporti a cui è fissata. Prima, tuttavia, occorre sfilare i due coperchi del membro inferiore, nonché la lamina in esso contenuta, e disfare i due nodi corrispondenti alle due estremità della lunga cordicella per il sollevamento della tenda.
Fatto questo, si può agire sul membro superiore, sfilando la cordicella fino ad estrarla completamente, sia dalla parte che va alle lamine, sia da quella che va al comando a mano. Prendere quindi la nuova cordicella, ed inserirne le due estremità dall’apertura inferiore del membro superiore, quella cioè da cui entra la cordicella che serve ad azionare il meccanismo di movimento.
Fare scorrere le due estremità sul meccanismo, come illustrato nelle figure 8 e 9, e portarle lungo il membro superiore, fino a raggiungere il primo dei due fori in verticale con i fori di sostegno e di movimento nelle lamine di plastica della veneziana. Infilare una delle due estremità in questo foro, e, sempre tirando, farne passare una misura di poco superiore all’altezza dell’intera tenda. Prendere quindi l’altra estremità della cordicella e, procedendo lungo il braccio superiore (sovente nella costruzione è stato predisposto un solco speciale per il passaggio dei tiranti), giungere al secondo foro, che corrisponde ovviamente alla seconda « scaletta » della veneziana. Anche qui far passare la cordicella, per una misura di poco superiore all’altezza dell’intera tenda. Da tenere presente, nell’affrontare questa duplice operazione, che se il membro superiore della veneziana non è dotato di un solco per farvi passare la cordicella, sicuramente ha una serie di « passaggi obbligati », sotto forma di ponticelli, in modo che i fili non possano ingarbugliarsi in seguito a un movimento poco destro. E quindi opportuno assicurarsi che la cordicella venga fatta passare sotto questi ponticelli fino ad avere raggiunto i fori d’uscita.
Esaminiamo ora la situazione. Abbiamo due cordicelle (che sono in realtà le due estremità di un’unica cordicella) le quali penzolano dal membro superiore. Occorre agganciarle alle due scalette e al membro inferiore. Prendere dunque la prima estremità e farla passare nei fori di ogni lamina, alla cui uscita si incontra un gradino della scaletta, che va superato una volta a destra, una a sinistra, poi di nuovo a destra, a sinistra, e cosi via. Giunti al membro inferiore, si fa entrare la cordicella, poi si fa il solito nodo. La stessa operazione deve essere completata dall’altra parte, lungo la seconda « linea d’azione ». L’estremità della cordicella va fatta passare nei fori delle lamine, e poi attorno alla scaletta a senso alternato. Quando anche questa seconda parte della cordicella è stata fissata al membro inferiore, fare il solito collaudo, per assicurarsi del perfetto funzionamento. Bloccare quindi con la fibbia, non appena è stata trovata la posizione di migliore equilibrio. Infine rimontare la lamina nel membro inferiore, e fissare i coperchi laterali.