In questa guida spieghiamo come fare la manutenzione del tetto.
Cosa Serve
Gli interventi del dilettante devono essere limitati alla copertura, e inoltre si deve lavorare in condizioni di sicurezza qualsiasi sia il tipo di copertura usato e quale sia la pendenza del tetto. Un lavoro sui tetti deve necessariamente tener conto delle condizioni meteorologiche; non si andrà sui tetti quando piove o nevica e neppure quando il tetto è bagnato o nelle ore più fredde quando può essere coperto di brina: un lavoro in queste condizioni è estremamente pericoloso; uno scivolone può diventare inarrestabile, per questo è necessario calzare scarpe leggere e con la suola di gomma.
In figura l’equipaggiamento più adatto: scarpe con suola di gomma A; bisaccia B con qualche coppo C; martello D, tenaglie E, chiodi F, spago G e foglio di plastica H.
Se dovete operare nei pressi della gronda, è consigliabile muoversi con raddoppiata prudenza; usate sempre una fune di sicurezza legata saldamente in vita e ancorata in luogo sicuro: in questi casi è sempre meglio operare in due e, mentre uno resta in luogo sicuro tenendo sotto controllo la situazione, l’altro con la fune di sicurezza provvederà alla riparazione.
Quando il tetto è rivestito con tegole curve, per evitare di romperle camminandovi sopra, fate in modo che il piede posi sempre contemporaneamente su due tegole contigue, come nel dettaglio 1 della figura precedente;
camminate con le ginocchia leggermente flesse posando delicatamente il piede sulle tegole prima di posarvi il peso del corpo.
Se il tetto è, invece, rivestito con tegole marsigliesi posate il piede sui punti di sovrapposizione trasversali delle tegole come in M; sotto di essi, infatti, vi sono certamente i listelli di sostegno e la tegola non viene sollecitata alla flessione; facendo come in N rischiate di rompere le tegole e di ferirvi a una gamba.
L’equipaggiamento è lo stesso con l’aggiunta di un po’ di fil di ferro.
Se la pendenza del tetto è molto elevata, non si può lavorarvi sopra senza strumenti ausiliari; fra questi le scale a uncino, le passerelle e le impalcature; è chiaro che in queste circostanze si asceranno anche i lavori semplici alle mani di operai esperti.
Come sistemare i coppi
La tecnica di sistemazione delle tegole curve è molto semplice, ma deve essere eseguita a puntino per evitare infiltrazioni o danni al tetto. Disponete le tegole su un tetto nuovo cominciando dalla linea di gronda e procedete verso il colmo del tetto da destra verso sinistra, senza calpestare le tegole durante la loro messa in opera;
disponete il primo strato di tegole con la concavità in alto, la parte più stretta della tegola verso la gronda; due tegole contigue si toccheranno solo nel punto più largo; in basso, invece, resterà fra loro un certo spazio;
disponete sulla prima fila tre o quattro tegole (non di più perché sareste in difficoltà poi nel sistemarvi sopra il secondo strato);
sistemate su queste quelle della seconda fila, sempre con la concavità in alto. La sovrapposizione fra una tegola e l’altra deve essere di circa 10 cm; se inferiore o superiore si hanno infiltrazioni;
passate poi alla terza fila e quindi ritornate alla prima su cui poserete il secondo strato con la concavità in basso e la parte larga verso la gronda. Illavoro sul primo strato deve avere sempre almeno una riga e una fila di vantaggio sul secondo strato;
ancorate le tegole del primo strato disposte lungo un timpano su un letto di malta cementizia; stendete un buon cordolo di malta cementizia, quando sarete giunti al colmo del tetto con entrambi gli spioventi, per unire fra loro le ultime file dei due spioventi;
disponete su di esso una riga di tegole nel senso del colmo stesso.
Quando una tegola si rompe la si può semplicemente sostituire con una nuova oppure con due mezze tegole procedendo in questo modo: usate il pezzo più grande della tegola rotta con l’aggiunta di un altro pezzo di tegola (non l’altro frammento della stessa);
togliete la tegola rotta e posatela, con la concavità in basso, a cavallo dì una tegola vicina; togliete anche la tegola inferiore e quella superiore di quella rotta, posandole come visto per quella precedente;
esaminate con attenzione lo stato di integrità delle tegole sottostanti; nel caso che uno o due di queste risultassero rotte le sostituirete con quelle integre appena tolte; conviene infatti usare le tegole nuove per lo strato superiore che è più esposto;
togliete via le tegole dello strato inferiore, togliendo provvisoriamente anche una o due tegole dello strato superiore nelle file adiacenti alla zona danneggiata;
passate poi alla posa dello strato inferiore e alla sistemazione dello strato superiore cominciando dal basso (lato gronda) verso l’alto e procedendo nel modo già descritto;
inserite le ultime tegole sollevando con una mano la tegola superiore, infilatevi sotto per dieci cm il lato stretto dell’ultima tegola da sistemare e quindi riabassate e sistemate (dett. A e B). Se dovete eseguire riparazioni di emergenza utilizzando frammenti di tegola, tenete conto che se i frammenti sono troppo corti le loro estremità sovrapposte finiscono per accavallarsi le une sulle altre producendo un rigonfiamento del tetto; questa «gobba» ridurrebbe o annullerebbe la pendenza, causando di conseguenza una sicura infiltrazione. Per ovviare a questo inconveniente, quando si scoprono delle infiltrazioni e non si hanno a disposizione le tegole necessarie per la riparazione, è consigliabile rimandare i lavori e ricorrere a un foglio di plastica C inserito provvisoriamente sotto le tegole. Inoltre potete riparare una rottura D come in E, mentre quella in F richiede la sostituzione della tegola.
Come riparare il colmo di un tetto
Risulta essere una parte del tetto meno soggetta a guasti, tuttavia, quando sotto l’azione degli agenti atmosferici la malta con cui sono ancorate le tegole di colmo inizia a sgretolarsi, l’intero tetto è in pericolo. Se infatti un colpo di vento stacca via una di queste tegole, l’azione disgregatrice degli elementi procede spedita sulla malta sottostante e il tetto perde la sua coesione proprio nel punto più delicato. In basso, infatti, verso la gronda, le tegole sono ancorate dal peso di quelle sovrastanti, ma al colmo, se manca la cordonatura di malta, l’ancoraggio è nullo.
In queste circostanze si procede come segue
staccate via con circospezione, usando martello e scalpello A, le tegole di colmo B;
accostatele sullo spiovente vicino accertandovi che siano ben stabili e non scivolino via;
staccate con lo scalpello la malta sottostante fino a trovare la struttura portante;
preparate ora una malta cementizia G alquanto grassa (1 parte di cemento e 2 di sabbia);
colmate abbondantemente con questo impasto il canale che si era così creato sul colmo fino a costituire un buon letto fra le tegole B;
sistemate fra una tegola e l’altra degli spioventi adiacenti, incastrandoli nella malta, dei frammenti di tegola H che rafforzano il cordolo di colmo e agevolano il deflusso dell’acqua sugli spioventi.
Le marsigliesi
La marsigliese è una tegola speciale, piatta e con molte nervature A e incastri B e C.
Si monta su listelli come in D oppure su tavelloni con nervature E come in F. Le tegole si incastrano fra loro.
Completate il lavoro, una volta che le tegole sono state messe in opera, con legature in filo di ferro che ancoreranno le tegole ai tralicci di sostegno. Ogni tegola, infatti, è provvista di una orecchietta forata entro cui si inserisce il filo di ferro;
non dovete effettuare questa legatura se la struttura portante però è realizzata in muratura con appositi tavelloni armati;
chiudete il colmo o i cantonali (linee di giunzione di due displuvi adiacenti) usando le stesse tecniche viste per le tegole curve;
posate sul cordolo di malta apposite tegole con
formate in modo da agganciare quelle dell’ultima riga dei due spioventi.
Un aspetto molto interessante delle tegole marsigliesi sta nel fatto che ne occorrono molto meno per la copertura di un metro quadro. A differenza infatti dei 40 coppi necessari, con solo 15 marsigliesi si copre la suddetta misura. Il loro peso è un po’ superiore (2,5 kg contro 1,8), ma il peso di un metro quadro di copertura è ugualmente circa la metà di quello delle tradizionali tegole curve. Di conseguenza la struttura portante può essere più leggera, oppure avere una maggiore capacità di sostenere carichi, ad esempio un’abbondante nevicata. La stessa forma di queste tegole le rende meno soggette ai danni prodotti dal vento.
Se dovete riparare un tetto coperto con tegole marsigliesi, sarà necessario, per prima cosa, staccare la tegola rotta dal listello sottostante (se la legatura esiste);
prendete poi la tegola nuova con la mano sinistra, mentre con la destra sollevate un po’ sia le tegole di destra, sia quelle della riga superiore; mettete in sede la tegola nuova;
riabbassate quindi le due tegole appena alzate accertandovi che le rispettive nervature si inseriscano fra loro;
effettuate la legatura delle marsigliesi, in zone ventose e con supporti in listelli D, mediante filo di ferro H ai singoli listelli;
eseguite il lavoro dal sottotetto;
non legate, invece, le tegole sui tavelloni.
Dato che con poca luce e con le tegole tutte uguali non sarebbe facile individuare quella appena posta, si consiglia, prima di metterla in opera, di legarla a un pezzo di spago colorato lungo 30-40 cm che penzolando nel sottotetto guiderà alla tegola giusta.
La riparazione del colmo e dei cantonali è assolutamente uguale a quella già vista per le tegole curve. Si ricorda ancora una volta, in modo particolare per questo tipo di tetto, di non posare attrezzi o altro materiale sulle tegole: potrebbero scivolar via e costituire una grave minaccia per i passanti. Quando si lavora sul tetto può essere molto utile portare a tracolla una bisaccia di tela entro cui porre gli attrezzi e i materiali necessari.