Riparare una vecchia cornice, oltre che un hobby o una decisione a sfondo sentimentale, può essere un affare d’oro. Con il valore che. hanno raggiunto non possono più essere recluse in solaio, e sostituite con altre più moderne. Le cornici vecchie sono tutte di legno; qualcuna ha anche una finitura di gesso o stucco, regolarmente dorata. Risulta essere questa finitura, insieme con gli angoli delle cornici, a subire più di qualsiasi altra parte della cornice la vendetta del tempo.
Gli angoli non tengono
Il problema può essere affrontato con la volontà di fare un lavoro perfetto, e allora si smonterà la cornice pezzo per pezzo, si ripuliranno i bordi dagli strati di colla rinsecchita, si passerà la cartavetro, e infine si provvederà a una nuova incollatura e a un bloccaggio in morsetti, rafforzando magari le riparazioni con alcune puntine martellate di traverso (in modo che fissino l’una parte all’altra), o predisponendo ad ogni giuntura due fori in cui inserire spinotti debitamente calibrati e incollati. Se invece si vogliono rinforzare gli angoli senza smontare tutto quanto, è sufficiente fare uso di squadrette di ferro, ad angolo o a triangolo (come nel dettaglio 1 della fig. 1), avvitandole saldamente alla cornice. Oppure, come nel dettaglio 2, inserendo dai lati un paio di spinotti e fissando poi in morsetto fino a quando la colla non abbia fatto presa.
Un fregio rotto
Soprattutto le cornici ricoperte di gesso sono fragili. Basta nulla, e una parte del fregio può rompersi. Se si tratta di un pezzo molto piccolo, può essere sufficiente plasmare un po’ di gesso con le mani, inserendolo dove si è verificato il danno. Ma se un’intero pezzo è caduto, rompendosi in mille pezzi, e rendendo impossibile una semplice incollatura, può rendersi necessario un lavoro più complesso, che consiste nel fabbricarsi uno stampo di cera o di mastice con cui riprodurre poi un pezzo intero di fregio. È quanto viene illustrato nel dettaglio 3 della fig. 1. La prima cosa da fare consiste nel ripulire attentamente la zona danneggiata, con un taglio netto alle due estremità, che devono di preferenza coincidere con l’inizio e la fine del motivo ripetitivo di cui il fregio stesso è formato. Per preparare lo stampo è sufficiente appoggiare un cartoncino rigido alla base della cornice, e su questo far scivolare una striscia di compensato che andrà a diretto contatto con una parte intatta del fregio. Premere quindi sul fregio stesso un blocchetto di cera plasmabile (o anche plastilina).
Ottenuto lo stampo, occorre fare la colata di gesso, come indica la fig. 2. Sistemare verticalmente la cera plasmata, ancora attaccata alla striscia di compensato, e all’estremità fissare, perpendicolarmente, un’altra striscia di compensato con una punta.
Eseguire quindi la colata, come nel dettaglio 2, e lasciare che il gesso si solidifichi. Per evitare che si attacchi alla cera, è consigliabile spalmare un sottile velo di isolante tra lo stampo e il gesso. Quando la forma è stata tolta dallo stampo, occorre lisciarla sui lati già lisci, e alle due estremità laterali. Basta quindi incollarla nella sede prevista (dettaglio 3) facendo preferibilmente uso di resine epossidiche.
La doratura
È necessaria quando si sia intervenuti in modo brutale su una cornice, o anche soltanto quando la vecchia doratura si è consumata o screpolata. L’ideale è usare la foglia d’oro, ma si tratta di un sistema molto costoso oltre che difficile, ed è generalmente al di là delle capacità del dilettante. Esistono tuttavia in commercio (in colorificio) cere dorate facili da plasmare con uno straccio o anche con le dita. Sono preferibili alle vernici dorate, in quanto si amalgameranno meglio con la vecchia doratura. Nel caso di fregi di gesso, appena rifatti, è necessario precedere l’operazione di doratura con una o due mani di apposita vernice turapori, senza la quale neppure la cera dorata farebbe buona presa.
Lo specchio si rompe
Il guaio maggiore è di avere uno specchio rotto e di doverlo sostituire. Non è difficile, ma si tratta di una operazione assai delicata, da eseguire con estrema circospezione se non si vuole rompere un altro specchio.
Occorre anzitutto (come indica la fig. 3) appoggiare lo specchio rotto su un piano, con il fondo rivolto verso l’alto. Quindi svitare delicatamente tutte le piccole e medie viti che tengono il fondo stesso fissato alla cornice, e infine i blocchetti di legno (talora sostituiti da graffe di metallo, rivestite o no di gomma) che fissano lo specchio alla cornice. Togliere delicatamente i pezzi dello specchio rotto e ricomporli l’uno accanto all’altro su un foglio di carta, che servirà per delinearne la forma e le dimensioni precise. A questo punto occorrerà procurarsi uno specchio di quelle precise dimensioni. Stare bene attenti, maneggiandolo, a non rigarne la superficie posteriore, quella che dà l’effetto specchio al vetro normale. Rimetterlo in posizione e, come indica la fig. 4, bloccarlo attentamente con i blocchetti di legno, che saranno fissati con alcune punte infisse con leggeri colpi di martello. Un’avvertenza: è consigliabile mettere un foglio di cartone ondulato da imballaggio sullo specchio, dove si opera, per evitare qualsiasi genere di incidenti.
Fissati i blocchetti di legno, procedere, come nell’ultimo particolare, a fissare il fondo dello specchio alla cornice, con le piccole viti che si erano precedentemente tolte. È consigliabile effettuare tutta l’operazione su un panno morbido (un asciugamano di spugna, per esempio), onde evitare di arrecare il benché minimo danno alla cornice dello specchio.